Gli apparecchi acustici tutelano la salute del nostro cervello. Come riportato nell’autorevole report della Lancet Commission 2020, uno studio prospettico condotto per 25 anni su 3777 persone di 65 anni ed oltre ha riscontrato un aumento dell’incidenza della demenza in coloro con problemi di udito auto-riferiti, ma NON in coloro che indossano gli apparecchi acustici.
Allo stesso modo, uno studio trasversale ha scoperto che la perdita dell’udito è associata a un peggioramento della capacità cognitiva in coloro che non usavano gli apparecchi acustici. Anche la memoria, in questi casi, ha manifestato un evidente peggioramento. Un’indagine un’indagine rappresentativa a livello nazionale su 2040 persone di 50 anni, sottoposti a test ogni due anni, per ben 18 anni, ha riscontrato che che la memoria immediata e tende a deteriorarsi meno, dopo aver adottato gli apparecchi acustici, pur tenendo conto della presenza di altri fattori di rischio.
L’uso degli apparecchi acustici è uno dei fattori principali per proteggersi dal declino cognitivo.
Il lungo follow-up in questi studi suggerisce che l’uso di apparecchi acustici tutela la salute del nostro cervello. La perdita dell’udito, infatti, causando una ridotta stimolazione cognitiva, porterebbe ad un declino più rapido delle nostre facoltà cerebrali.
Per questo, le linee guida raccomandano di mantenersi cognitivamente, fisicamente e socialmente attivi, sia durante la mezza età che in vecchiaia, sebbene esistano ancora poche prove che una singola attività specifica che protegga contro la demenza. L’uso degli apparecchi acustici sembra ridurre il rischio eccessivo di demenza, provocato appunto dalla perdita dell’udito.
Anche l’esercizio fisico condotto durante tutta la vita, e possibilmente in età avanzata, protegge dalla demenza, probabilmente grazie alla diminuzione dell’obesità, del diabete e del rischio cardiovascolare. La depressione potrebbe essere al contempo sia un rischio per la demenza, che la sua causa, specie in età avanzata. In sostanza, anche se il cambiamento di comportamento non è facile, alcune correlazioni sono tutt’altro che casuali i e gli individui devono acquisire consapevolezza che hanno nelle loro mani un enorme potenziale per ridurre il rischio di demenza.
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