in realtà, sentiamo con il cervello, non soltanto con le orecchie, ed è proprio a livello cerebrale che ha origine l’acufene. Nel corso del primo incontro, lo Specialista Acufenia ti porterà alla scoperta dell'udito, spiegandoti in modo semplice e chiaro i fondamenti anatomici dell’apparato uditivo centrale e periferico. Capirai che in genere l’acufene ha origine a livello periferico, per poi essere interpretato a livello centrale.
Siamo delle "macchine perfette". A livello cerebrale, la corteccia uditiva, risponde ai suoni che sentiamo grazie all’udito, mentre la corteccia somato-sensoriale, ad esempio, risponde al tatto, ecc. Quando queste regioni ricevono uno stimolo, la prima cosa che fanno è analizzarne lo schema neurale. Quindi, inviano i dati al sistema limbico, che si trova nella profondità del nostro cervello. Nel sistema limbico, una struttura apposita, chiamata ippocampo, identifica l’origine dello stimolo. A questo punto l’amigdala, che gestisce le emozioni ed in particolar modo la paura, è incaricata di prendere una decisione: se lo stimolo è giudicato importante bisogna passare all’azione, mentre se è irrilevante lo si può tranquillamente sopprimere. Bene, con i suoni si verifica esattamente la stessa cosa. Del resto, se ciò non avvenisse, saremmo sopraffatti da stimoli e sensazioni irrilevanti per il nostro benessere. Purtroppo, le funzioni automatiche a livello cerebrale non possono essere controllate facilmente e in modo consapevole. Bisogna allernarsi! In altre parole, non riusciamo a scacciar via una sensazione solo con la forza di volontà, evitando attivamente di viverla.
Richiede un certo allenamento e delle istruzioni precise, ma il nostro cervello è in grado di sopprimere l'acufene. Vediamo insieme perché. La corteccia uditiva che riceve il segnale del tinnito, parte dal presupposto che debba trattarsi di un suono. Tuttavia, a differenza del rumore di un aereo, ad esempio, l’acufene non è un vero e proprio suono; è un semplice segnale elettrico che la corteccia uditiva non interpreta in modo corretto. Se il cervello non riesce ad analizzare correttamente l’acufene, il sistema limbico si trova in grande difficoltà e non sa decidere se questa “falsa” percezione uditiva è davvero importante oppure no. In effetti, il più delle volte, all’acufene viene associato ad un significato molto negativo. Ecco perché è importante l'aiuto dello Specialista: saprà insegnarti le strategie migliori per riconquistare la tua serenità.
E' piuttosto normale che avvenga. Questo potrebbe accadere perché sei stanco, stressato oppure perché il tuo fisico è debilitato da qualche disfunzione o malattia. Ricorda che anche fumare, bere alcol o molto caffè può provocare un peggioramento del problema.
Per aiutarti a distogliere l'attenzione dall'acufene, può essere di aiuto evitare il silenzio totale ed utilizzare l'apposita app Widex Zen Tinnitus.
E' un piacevole e valido alleato, anche quando desideri meditare e rilassarti.
L'app Widex Zen Tinnitus è pensata per l'utilizzo quotidiano. Puoi utilizzarla con i tuoi apparecchi acustici Widex.
Alcuni stimoli, in determinate situazioni, attirano la nostra attenzione, mentre in altri vengono ignorati. Prendiamo, ad esempio, il rumore dei nostri passi: in genere li ignoriamo, ma se ci troviamo a camminare di notte in una strada poco illuminata e qualcuno ci segue, certamente siamo portati a “sentirli” con chiarezza.
La mente umana è portata ad abituarsi naturalmente ad alcuni stimoli esterni. Ecco qualche esempio tra i più comuni:
• Non siamo coscienti di indossare gli anelli.
• Non siamo consapevoli della sensazione tattile dei tessuti sul nostro corpo.
• Non sentiamo, in genere, il ronzio costante del frigorifero.
Abituarsi all'acufene fa sì che il suono percepito non ci disturbi più. Per arrivare a questo risultato la maggior parte delle terapie utilizza la stimolazione acustica accompagnata dal counselling.
L'acufene è materia molto complessa e non può essere liquidata né con la rassegnazione, né con un consiglio spicciolo di "dovercisi abituare". Vero è, che tutti noi esseri umani possediamo un meccanismo naturale che nel tempo ci porta ad abituarci ai suoni, facciamo un esempio pratico. Quando passiamo da un quartiere tranquillo ad una zona che si trova nei pressi di un aeroporto, notiamo subito il rumore degli aeroplani, piuttosto forte e fastidioso. Eppure, se restiamo lì un po’ di tempo, ci abituiamo fino al punto da non percepire più consapevolmente quei suoni, con il risultato che ci infastidiscono e distraggono molto meno di prima. Naturalmente, se decidiamo di prestare attenzione, saremo sempre in grado di sentire gli aeroplani. In altre parole, il loro suono è sempre presente e raggiunge il cervello esattamente come prima, ma il nostro cervello lo ha ormai analizzato ed ha deciso che questo tipo di rumore non è importante per noi, per cui può sopprimerlo. Questa è una funzione naturale e molto importante, che fa parte delle meraviglie della natura umana e viene eseguita automaticamente, migliaia di volte al giorno.
Si riferisce al processo in cui la persona si sottopone, volontariamente, ad uno stimolo acustico. Questo avviene, ad esempio, quando si ascolta la radio o la musica. Questo tipo di ascolto è spesso utile per distrarsi.
L’ascolto passivo, invece, si riferisce ad un processo che non è deciso volontariamente. Immaginiamo, ad esempio, di camminare in un centro commerciale: ascoltando la musica di sottofondo. Ecco, il più delle volte quando ci troviamo in queste situazioni, ascoltiamo, è vero, ma non prestiamo molta attenzione e percepiamo quel sottofondo musicale in modo non cosciente.
Dal momento che lo stress, oltre a diminuire la tua capacità di gestire con successo l’acufene, si manifesta molto spesso con l’irrigidimento della muscolatura, è opportuno apprendere delle tecniche specifiche di rilassamento. Del resto, la scienza dimostra, la correlazione tra alcune posture ed atteggiamenti somatici, come ad esempio il digrignare dei denti, l’irrigidimento mascellare o la contrazione dei muscoli del collo provocano un aumento della percezione del tinnito. Ecco perché si rivela particolarmente utile imparare a riconoscere i tuoi cambiamenti a livello di tensione muscolare, così da poter intervenire immediatamente rilassando i gruppi di muscoli interessati. In Acufenia ti insegniamo esercizi mirati, quali la respirazione profonda ed il rilassamento muscolare progressivo, che ti aiutano a ridurre il livello di stress generale e a favorire il riposo notturno.
Una persona adulta, in media, ha bisogno di dormire otto ore per notte. Le nostre esigenze, inoltre, possono cambiare nel tempo. Ecco un elenco di consigli utili per favorire il riposo ed aiutarti a superare i momenti di insonnia:
• Stabilisci un’orario fisso per andare a letto e svegliarti al mattino.
• Fai una passeggiata o dell’attività fisica per almeno dieci minuti al giorno, ma non prima di andare a dormire.
• Chiudi le tende e le tapparelle, in modo da tenere la stanza da letto piuttosto buia e ad una temperatura confortevole.
• Evita di mangiare, guardare la tv o leggere a letto.
• Cerca di dormire preferibilmente sdraiato di lato o sulla schiena, ma non sulla pancia.
• Stabilisci un piccolo rituale piacevole prima di andare a letto. In questo modo, ti inizi a rilassare fin da subito. Prova, ad esempio, facendo un bel bagno caldo.
• Una volta a letto, fai un respiro lungo e profondo e pensa soltanto a rilassarsi. Cerca di percepire il rilassamento di tutti i muscoli e concentrati su pensieri piacevoli e positivi.
• Tieni acceso un ventilatore, oppure un dispositivo che emette rumore bianco, per contrastare l’acufene.
• Prima di andare a letto, non intraprendere attività che possano stimolarti dal punto di vista mentale o fisico.
Sicuramente bisogna fare molta attenzione ai primi segni di depressione ed ansia. Ecco alcuni campanelli d'allarme:
• Forti livelli di ansia o stati di apatia, tristezza, depressione
• Pensiero ossessivo riguardo l’acufene
• Difficoltà lavorative molto evidenti
• Perdita di peso significativa, non associata a diete o malattie
• Scarsa energia e incapacità di dare e ricevere sostegno
• Rifiuto degli strumenti disponibili per contrastare l’acufene, ma richieste di terapie eccessive o inappropriate.
Ecco in 3 brevi passaggi il percorso del suono che percepiamo come acufene:
Per ricordare facilmente la sequenza con cui il nostro cervello analizza l’acufene, ecco un semplice riepilogo:
1. La corteccia uditiva analizza.
2. L’ippocampo identifica.
3. L’amigdala stabilisce l’importanza di quel suono stimolando il meccanismo "lotta & fuggi" . In altre parole, l'amigdala, nonché una rete di aree corticali e sottocorticali, si attiva durante l'esposizione a suoni avversivi, anche quando vengono percepiti solo a livello interno.
Per questo, grazie all'aiuto dello Specialista, è fondamentale imparare a riclassificare l’acufene come un segnale non importante.
In Acufenia seguiamo un accurato protocollo che, una volta personalizzato in base alle tue esigenze, ti permetterà di seguire passo per passo i progressi fatti. I criteri per valutare i progressi effettivi si fondano per prima cosa sul miglioramento della tua qualità di vita e la riduzione dei pensieri negativi nei confronti dell’acufene. E' importante mantenere una visione complessiva del problema e NON focalizzarti solo sull'intensità con cui percepisci il "suono fantasma". Come convalidato da studi effettuati in tutto il mondo, il modo migliore per valutare questi progressi è quello di compilare con cura i questionari che ti sottopone lo Specialista e confrontare con il suo aiuto i tuoi punteggi attuali con quelli che hai ottenuto all'inizio. La compilazione dei questionari può avvenire durante le visite di controllo, oppure da casa, secondo quanto ti verrà consigliato